Il delitto di Matteotti è un film del 1973 diretto da Florestano Vancini. A Roma, il 30 maggio 1924, l'onorevole Giacomo Matteotti (Franco Nero), segretario del Partito Socialista Unitario, in un coraggioso e coinvolgente discorso, chiede che vengano annullate le elezioni del 6 aprile, contestandone la validità. Il politico sostiene, infatti, che la lista di maggioranza governativa sia stata solo nominalmente sostenuta da più di 4 milioni di voti, ma non ha ottenuto i voti di fatto e liberamente: gli elettori, a causa delle illegalità, delle ritorsioni e delle violenze subite hanno dato al Partito Nazionale Fascista il loro assenso. Queste parole suscitano subito reazioni nella stampa e nell'opinione pubblica e anche in seno al governo si scatena il timore di sollevazioni popolari. Nulla impedisce il misterioso rapimento del deputato il 10 giugno. L'opinione pubblica ne è sconvolta, l'opposizione politica si coagula e decide di boicottare i lavori del Parlamento. Difficile è far partire le indagini per il ritrovamento di Matteotti, ma la pressione mediatica e pubblica obbliga Benito Mussolini (Mario Adorf) a prendere decisioni. Un discorso verrà pronunciato alla Camera dal futuro Duce il 3 gennaio 1925: sarà l'inizio vero e proprio della dittatura…